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Caparezza: Sono fuori dal tunnel

«Molfetta è la mia Itaca: parto, vivo cose assurde, torno e ogni volta che ritorno è cambiata, non è più come l’ho lasciata. Del resto è un processo naturale, la vita è cambiamento», a dirlo è Caparezza, (testa riccia in dialetto Molfettese) all’anagrafe Michele Salvemini, rapper, cantante e produttore.

Visionario, dal talento geniale. Personalità assertiva, schivo a rispondere alle domande, quasi imbarazzato, ma non lasciatevi confondere dall’aspetto tranquillo perché Caparezza è uno, nessuno e centomila. Chioma inconfondibile e ben 8 album all’attivo che lo hanno consacrato nell’Apollo della musica, tantissimi tour in giro per il mondo e varie pubblicazioni.

Una carriera, la sua, iniziata con il nome d’arte di Mikimix e decollata nel 2003, grazie a “Fuori dal tunnel”, singolo che ottenne un enorme successo. «Era ispirato da Nino Rota nel film di Fellini. Volevo trasferire quella sonorità con pochi strumenti a fiato. Fellini c’entra sempre, lo puoi tirare fuori su qualsiasi discorso».

E da allora Caparezza non si è più fermato, e come il titolo del suo album “Exuvia”, sostantivo greco che indica ciò che rimane degli insetti dopo aver cambiato muta, anche lui lascia la sua vecchia pelle per diventare qualcos’altro.

È fuori dal tunnel del divertimento adesso?

«Sì, decisamente. Considero come tunnel tutto ciò che è imposizione di massa. Quindi il divertimentificio, la movida. Non ho mai sopportato il fatto che quello fosse per forza il divertimento. Finivamo sempre col trovarci, nel cuore della notte, fuori dai locali, perché finivamo tardi ed era davvero una tortura. Da lì ho capito che per me il divertimento è fare quello che, realmente, mi piace fare e non ciò che mi viene imposto dalla società. E questo vale per la musica che ascolto o per i film che vedo. Sì, sono assolutamente fuori da quel tipo di divertimento.»

Si aspettava di arrivare ad ottenere questa popolarità?

«No, e a dirla tutta non mi aspettavo nemmeno di fare questo mestiere. Ho il carattere di un fumettista. Sono introverso, mi piace stare per i fatti miei, però, con il passare del tempo ho imparato a gestire l’attenzione su di me.»

Appena esce un album parte la promozione e la vediamo in Tv, sui social, poi improvvisamente scompare. Dove va?

«Mi fa sempre ridere questa cosa, perché in realtà non scompaio, forse mi eclisso un po’, non sto sui social in pratica. Utilizzo questo strumento quando esce un disco, per fare promozione e quindi condividere quello che è il mio lavoro, ma non ritengo i social così importanti per la mia vita. Li uso con molta parsimonia, li considero molto invasivi e anche abbastanza pericolosi.»

Cosa la ispira?

«I miei pensieri scaturiscono da cose che mi accadono o da riflessioni che faccio. Per molto tempo a guidarmi come argomento è stato il paradosso, adesso succede che mentre leggo o guardo un film, osservo delle scene e faccio delle riflessioni che poi mi appunto e diventano canzoni.»

La fama cosa le ha dato e cosa le ha tolto?

«La fama, o meglio la popolarità, mi ha dato la possibilità di poter vivere economicamente facendo quello che mi piace, e questa è una grandissima fortuna che non tutti hanno, in questo mi ritengo privilegiato, e di conseguenza ho un livello di frustrazione molto basso rispetto a chi, invece, deve vivere facendo quello che detesta. Mi ha tolto però una cosa che per me è fondamentale: la privacy. Lo so, per molta gente è una cosa da niente, è considerata una pezza da piedi, ma per me è importante. Diciamo che è stata la mia moneta di scambio.»

Nei suoi testi parla anche della sua terra, la Puglia. Mi viene in mente la canzone Vieni a ballare in Puglia…

«Non sono un campanilista, però mi trovo bene lì. Sono di Molfetta, e non ho ancora trovato un motivo per andarmene. Mi piace molto viaggiare, però mi piace anche tornare. Molfetta è la mia Itaca: parto, vivo cose assurde, torno e ogni volta che ritorno è cambiata, non è più come l’ho lasciata. Del resto è un processo naturale, la vita è cambiamento. Avviene tutto in maniera molto naturale ma non direi mai che il mio campanile è più bello di un altro.»

Che rapporto ha con i fumetti?

«I fumetti sono il primo amore, lo sono sempre stati e continuano ad esserlo, anche se leggermente offuscati dall’amore per la musica. Ci sono sempre stati nella mia vita, mi danno molta energia e ringrazio il cielo che sono ancora solo una passione.»

Quindi se fosse un personaggio dei fumetti, chi sarebbe?

«Cavolo, che domanda. Mi trovi impreparato, ti rispondo in modo piuttosto infantile: Tiramolla!»

In che fase creativa è adesso?

«Ho delle idee, sto iniziando ad assembrarle, diciamo che sono tutte dentro una bolla e prima o poi usciranno.»

Angela Failla

© Intervista pubblicata su Visto TV n.28 – 29 giugno 2023 pag. 52/54